"Ma come,è solo arrivato l'autunno. Ti aspettavi la luce dell'estate? Non hai ancora imparato nulla dai cicli delle stagioni? Il buio serve. E' da lì che nasce la primavera."
"Questa oscurità è davvero esagerata... non ci vedo un senso."
"Perché ti ostini a cercarlo questo senso. Quando invece il buio è solo da vivere. E da sentire su tutta la tua pelle. Interiore ed esteriore. Quel brivido che ti verrà a toccare sarà la guida che ti porterà ad agire. E non a reagire e basta. Siamo chiamati ad azioni creative, originali, emozionanti, silenziosamente chiassose. Ma queste azioni possono nascere solo dal contatto con il buio, non dalla sua fuga."
"Quanto ci dovrò rimanere in questa oscurità?"
"Fino al momento in cui la considererai benedetta. Perché sentirai i tuoi occhi aprirsi finalmente. Di notte al buio gli occhi sognano, si riposano, si nutrono di immagini di altri mondi, parlano con chi non c'è più, hanno poteri magici. Solo grazie al sonno possono aprirsi al mattino con nuove ispirazioni, intuizioni ed arricchenti sguardi sul mondo. Il buio ci porta ad elevarci. Basta non ostacolare il suo nobile compito. Di messaggero ...
Elena Bernabè
Quante fasi sono previste, Medusa,
Per trasformare in pietra scabra
La tenera , tiepida carne ,
Per prosciugare le vene di ogni goccia di sangue,
Per fare dei sogni tanti ciottoli
Sul letto asciutto del fiume che non diventerà più mare?
Dimmelo, che almeno sia preparato.
Quattro.
La prima si chiama Paura,
La seconda Angoscia,
La terza Disperazione,
La quarta Rassegnazione.
La quinta...
Non serve più.
Perché ci fai questo, Medusa?
Perché me lo lasciate fare.
Sai chi è il peggiore complice del carnefice?
La vittima che gli si offre.
La rassegnazione è peggio della angoscia,
Perfino della disperazione?
Sì.
Chi sta molto male può ancora reagire,
Ma chi si è arreso al male
Arriva perfino ad amarlo perversamente,
Perché non vede più alternativa.
E i dannati alla fine imparano a godere dell'inferno,
Quando pensano che non c'è altro,
Che il paradiso è stata tutta una invenzione,
Una chimera, una bella fiaba,
Ma l'unica realtà è la loro,
Tra le fiamme gelide che non riscaldano
Più ,
Non danno luce,
Non attirano più le falene.
Ma che piacere puoi ricavare da tutto questo?
Il mio dominio assoluto sulla felicità.
Mi fu negata, ed ora io la ruberò anche a voi.
Franco Coletti
(Dalla pagina facebook Arte Filosofia Mitologia e Psicologia)
Nella prima metà della vita, si tende a rafforzare l’Io ed esaltare unilateralmente la parte conscia dell’uomo. La ragione si crea degli ideali che l'individuo lotta per raggiungere. Ma questi ideali, nell’inconscio si scontrano con impulsi opposti, che più cerca di soffocare, più invadono i suoi sogni. Ai modelli di comportamento omologati che l’uomo pratica in modo cosciente, corrispondono nel suo inconscio oscure ed inquietanti sollecitazioni contrarie.
Il tuo volerti "consapevolmente" disfare del tuo ego che magari per natura era forte e deciso, potrebbe crearti problemi… Forse sarebbe meglio attendere pazientemente di farsi strada nella corazza del bozzolo per trasformarsi in una splendida colorata e variopinta farfalla. Il bruco ha semplicemente fatto il suo naturale percorso di evoluzione dettato dalle leggi della natura è trasformandosi in farfalla! L'Anima si è spogliata dalla pesante corazza e si è come alleggerita, sublimata fino a volare da crisalide. Questa evoluzione deve avvenire da sè, spontaneamente, non viene a comando, accade e basta, è un dono dell’inconscio, si è posseduti da un’energia psichica che ci fa sgonfiare l'ego senza fatica.
J.Hillman, Fuochi blu.
Il numero quattro per Jung
Scrive Marie Louise von Franz: “Verso la fine della sua vita, Jung progettò di concentrare le sue ricerche sulla natura dei numeri naturali, nei quali vedeva strutture archetipiche e la più primordiale e originale manifestazione dello spirito, cioè della dinamica psichica”. In una lettera a Pauli, lo stesso Jung dice: “è il numero quattro, il «padre di tutti i numeri», come quattro sono le stoicheia (I quattro elementi platonici), quattro gli umori, quattro gli elementi, ecc. Ora, poiché poi il quattro è anche un archetipo (l’archetipo del Sé), direi che esso coordina, in quanto «archetipo originario», tutti gli altri archetipi".
Il numero quattro, dunque, riflette l’ordine della natura, si pensi ai quattro punti cardinali, ai quattro elementi di terra, fuoco, acqua e aria, alle quattro fasi lunari e alle quattro stagioni. Esso inoltre, si eleva dalla pura materia agli aspetti interiori dell’esistenza umana e, con le quattro funzioni della coscienza, pensiero, sentimento, intuizione, sensazione, è il fondamento della psiche. Jung, scoprì infatti che la struttura quadruplice della psiche è sempre presente nel simbolismo di tutti i miti e delle religioni.
L'immagine qui di seguito, rappresenta la corrispondenza di ciascuno dei quattro elementi, con le modalità tipiche di ciascuna delle quattro funzioni psichiche junghiane: verde/terra/ sensazione - azzurro/acqua/intuizione - giallo/aria/pensiero - rosso/fuoco/sentimento. Molto importante riconoscere e comprendere ogni espressione dei quattro elementi e delle quattro funzioni, poichè nella materialità del numero quattro è radicata la possibilità del divenire e del cambiamento individuale. Ricorda Jung nel Misterium coniunctionis, che l'autoconoscenza è un viaggio avventuroso attraverso i quattro continenti che ci espone a tutti i pericoli sia del mare che della terra, sia dell’aria che del fuoco.. un atto di conoscenza totale che abbraccia tutti i quattro aspetti dell’Essere.
Carl Gustave Jung
Avere qualcuno, da qualche parte, che ti capisce, che ti desidera, che vede in te una versione migliore di te stesso, è il dono più incredibile di tutti.
L’ultima lettera d’amore - Jojo Moyes
I vecchi stanno morendo.
Non di malattia del corpo.
Ma di quella dell'anima.
Sono denutriti di fiabe, di melodia, di danze, di storie.
Loro che hanno ricamato la vita fino ad adesso, non riescono più a trovare il filo. Per continuare a tessere gli ultimi punti del loro lavoro terreno.
Il loro corpo ha fame di vita.
Di massaggi, di pediluvi caldi e rilassanti, di profumi dei pini, di carezze ai petali delle rose, di raggi di sole, di canti degli uccelli.
Di sguardi intensi, di silenzi significativi, di delicati tocchi d'anima.
Ce lo stanno chiedendo in tutti i modi i vecchi.
Di prenderci cura della loro parte bambina.
Che vive ancora.
Che freme per poter giocare.
Il loro corpo intriso di pieghe è un invito.
A tuffarci in ognuna di esse.
Per trovarci i mille risvolti del loro mondo interno.
Che è solo nascosto, non assente.
Siamo chiamati ad acciuffare il filo.
A porgerlo nelle loro mani.
A permettere loro di concludere la maglia. Della loro vita.
Hanno bisogno di noi per poterlo fare con dignità.
Dobbiamo divenire i custodi della vecchiaia.
Per difendere il viaggio della loro anima.
E' l'unico modo per non farli morire mai.
E divenire così gli eredi del loro fuoco interiore.
Un fuoco che non si spegnerà ma continuerà a brillare di generazione in generazione.
Rimettiamo i vecchi al loro legittimo posto.
Quello del cuore.
Elena Bernabè
Un uomo che non è passato attraverso l’inferno delle passioni non le ha mai superate: esse continuano a dimorare nella casa vicina, e in qualsiasi momento può guizzarne una fiamma che può dar fuoco alla sua stessa casa. Se rinunciamo a troppe cose, se ce le lasciamo indietro e quasi le dimentichiamo, c’è il pericolo che ciò a cui abbiamo rinunciato o che ci siamo lasciati dietro le spalle, ritorni con raddoppiata violenza.
Carl Jung, Ricordi.
Fa’ che io sia del mio tempo e non della mia età.
Che non mi affezioni alle idee come un avaro al suo gruzzolo.
Ma ne controlli frequentemente la validità e, soprattutto, ne assicuri costantemente la convertibilità.
Aiutami a non prendermi troppo sul serio, a sorridere dei miei successi come dei miei fiaschi.
Fammi guardare con simpatia a ciò che fanno gli altri, specialmente se tentano qualcosa a cui io non avevo mai pensato, oppure si avventurano in territori dove io non mi sono mai arrischiato.
Che sappia comprendere più che giudicare, apprezzare più che condannare, incoraggiare più che diffidare.
Fa’ che resista alla tentazione di raccontarmi, fammi capire che è importante ciò che faccio oggi, e non ciò che ho fatto dieci anni fa.
Gli altri hanno il diritto di avere da me ciò che sono oggi e non ciò che sono stato ieri.
Impedisci che faccia l’abitudine a me stesso.
A quel me stesso solito che conosco troppo bene e che tendo ormai ad accettare o sopportare come si accetta o sopporta un vecchio conoscente.
Devo sorprendermi, devo obbligarmi ogni giorno, a riconoscermi nuovo, diverso, inedito.
(Alessandro Pronzato, “Preghiera per non Invecchiare”)
"Tutto l'amore che ti fu negato nella tua infanzia devi rinunciare a cercarlo da grande perché nessuno te lo darà, neppure coloro che ti ameranno sul serio, perché loro ti ameranno da grande e tu inconsciamente vorrai essere amata da piccola.
Finché questa rinuncia non avverrà, ogni amore adulto è a rischio di fallimento, ogni tuo tentativo di amare non sarà che mendicare comprensione e, peggio ancora, il tuo amore per quanto intenso non sarà mai adulto, bensì sarà solo il continuo piagnucolare di un bambino smarrito."
tratto dal blog "Fiabe per adulti di cuore"
Il tramonto mi piace perché indossa la speranza e ti parla silenziosamente del domani; se oggi sei stato bene, domani perché non continuare? Se oggi sei stato male, dai: domani sarà tutta un’altra storia.
(Gabriela Pannia)
Guarire i Legami Karmici
In questo momento stiamo rilasciando karma, il più possibile.
Per vivere in quinta dimensione tutto ciò che appesantisce deve essere lasciato alle spalle.
Ecco perché, più di tutto ora, i legami karmici chiamano guarigione. Necessitano di una risoluzione definitiva. Assoluta.
Cosa significa guarire un legame karmico?
È la completa distruzione dell'ego.
E di tutti i suoi aspetti.
Quindi abbandonare qualsiasi tipo di controllo sull'altro.
Annullare tutte le pretese imposte all'altra persona.
Cancellare per sempre i bisogni assegnati a lei/lui, e così pure tutte le dipendenze derivanti da rapporti tossici.
Guarire l'ego significa prima di tutto liberare sè stessi, dalla proiezione verso l'esterno delle proprie mancanze. E dalla responsabilità imposta agli altri di sopperire ai nostri vuoti interiori. Che non possono essere guariti appoggiandosi all'esterno, ma soltanto con una ricerca continua e una crescita interiore possono essere rimarginati.
I legami karmici sono catene di cui dobbiamo disfarci.
Comprendendo questo:
Nessuno è responsabile delle nostre mancanze.
Nessuno è responsabile della nostra felicità.
Noi e solo noi, abbiamo il potere di noi stessi.
Il legame Karmico vive nella fragilità, proprio perché mette in luce tutte le proprie incertezze e ferite.
Il karma è sofferenza.
E la guarigione non è allontanarla, non è respingerla,
ma comprenderla.
Può essere un familiare, un amico, un compagno.
Sono legami stretti, così stretti da togliere ossigeno all'Anima.
Per guarire da questo è indispensabile ritrovare la propria libertà interiore. Cosicché da donarla all'esterno.
Smettendo quindi di appesantire gli altri con i nostri bisogni.
Smettendo, appunto, di legare e di legarci. 
La responsabilità va a noi stessi.
Solo a noi stessi. Sempre.
Noi permettiamo il dolore, e noi possiamo rifiutarlo.
Quindi ritrovando il rispetto di sè, e la libertà come singoli individui, non più dipendenti l'uno dall'altro. 
La libertà è la spada che spezza queste catene.
Libertà di essere, semplicemente. Al di sopra di qualsiasi pretesa o imposizione esterna.
La parola chiave è: autostima.
Quindi amarsi, amarsi davvero. Egoisticamente, nel modo più sublime ed evoluto del termine.
L'amore per sè stessi porta all'equilibrio, e quindi ad una centratura e ad una saggezza che dona forza.
Un'Anima forte non può più rimanere legata a niente e a nessuno.
Rifiuta catene e condizionamenti, vuole solo essere sè stessa, nella libertà di esprimersi come meglio crede. Come più desidera.
La guarigione di un legame Karmico non significa sempre l'allontanamento dall'altra persona.
Questo dipende dalla volontà di entrambi e dalla crescita sviluppata singolarmente.
È anche un fattore di vibrazioni.
Una volta guarito il legame, e quindi sciolti i nodi egoici, se le Anime sono in risonanza possono interagire ancora, e meglio di prima. Costruendo e rinnovando un rapporto nuovo, basato su altri paradigmi. Più sani. 
Oppure no.
A volte invece accade che sia necessario un allontanamento, una separazione, anche definitiva. In quanto le frequenze di entrambi risultano essere diverse e incompatibili.
Oppure, più semplicemente, è necessario percorrere la propria strada separatamente.
Nell'utilità maggiore per entrambi.
Non esiste una regola, una modalità giusta o sbagliata in questa risoluzione.
Come sempre non è possibile generalizzare nulla.
Ogni Amima ha il proprio percorso. Così pure ogni legame karmico è diverso da tutti gli altri.
Ma è certo che la direzione della Nuova Energia è la leggerezza.
Tutti siamo chiamati a questo.
E quindi il procedere senza più pesi nel cuore.
Nella pace.
Con profonda comprensione di tutto ciò che è stato, e che ci ha permesso di crescere finora.
Abbandonando ogni rancore, per tramutarlo in compassione e verità.
Il Nuovo Mondo esige coerenza.
Prima di tutto verso il proprio sentire.
Ama te stesso, e guarirai.
E guarendo risolverai tutti i conflitti.
Troverai pace, e nuova forza.
E potrai procedere da solo o con chi vorrai al tuo fianco…
Ma sarà comunque la tua scelta.
Non sarà più un bisogno o una necessità.
Sarà la voce dell'Anima che riprende il suo posto, dentro di te.
Marika Moretto
“A scuola non mi hanno parlato
della Luna e delle sue fasi,
della terra e dei suoi cicli,
di come distinguere gli alberi
e rispettare gli animali, la
natura con il suo ecosistema.
Non mi hanno parlato della morte
Come nascita,
Non mi hanno parlato della sessualità
Come Sacra,
Non mi hanno parlato del corpo
Come tempio emotivo.
Mi hanno parlato di adattarmi,
Di adattarsi,
Mi hanno detto di sedermi
Sempre nello stesso banco
E vedere ripetutamente un solo
Angolo delle cose.
Mi hanno giudicato con i numeri,
Mi hanno fatto sentire a volte di più
Ma quasi sempre meno di un altro.
A volte meritavo,
Altre volte no.
Mi hanno detto che ero distratto.
Ribelle irrispettoso
Mi hanno detto di stare zitto.
Di studiare anche quello che non mi piace
Altrimenti tiravano fuori un foglio
Come minaccia.
Mi hanno voluto far paura.
Mi hanno voluto sottomesso
Mi hanno voluto sistemico
Mi hanno voluto senza discutere
Mi hanno voluto obbediente
Mi volevano in ordine.
Ma mai nessuno ha voluto
Che mi si scoprisse.
Nessuno mi ha aspettato
Nessuno mi ha chiesto
Nessuno si è fermato a guardarmi.
Quando ci sarà una scuola
Che ci guardi,
che ci guardi davvero ciascuno?
Quando smetteranno
Di volerci
Tutti uguali?
Quando cominceranno
A volerci accettare nella diversità
e parità?
Fin qui arriviamo
Con questo metodo.
Siamo lupi battezzati come cani.
Voglio ululare alla luna
Senza che mi dicano pazzo,
Voglio vivere al mio ritmo
Nessun altro obiettivo.
Voglio sentire senza paura.
Ti regalo la mia struttura,
Ti regalo la mia produttività.
Lasciami.
Libero
Creativo,
E anche se non ti piace,
E anche se ti infastidisce,
Lasciami pure.
Selvaggio.”
Ojos de Neptuno
Tratto dal libro "Quel primo passo, la cruda storia di Vagamondo"
“Credo che il Natale sia il punto debole dell'umanità, il periodo più felice e malinconico dell'anno, il momento in cui il passato entra prepotentemente nella vita delle persone e si accomoda a metà tra te e l'albero di Natale e in quel mare di lucette intermittenti si diverte ad accendere e spegnere mancanze e ricordi, illumina i vuoti e le assenze, non importa quanto tu sia diventato forte e indifferente, lui riesce sempre a trovare il punto debole nella corazza che ti sei costruito e lì colpisce riaprendo antiche ferite che ogni anno ricominciano a bruciare.”
Lucrezia Beha
Ricordati che oggi incontrerai uno stolto che metterà a dura prova la tua bontà e la tua pazienza, un maldicente che sparlerà di te, un furbo che cercherà di usarti, un presuntuoso che pretenderà di aver ragione ad ogni costo, un prepotente che cercherà di sopraffarti, un iracondo che ti trasmetterà rabbia. Ma tu non ti lascerai turbare più di tanto, perché sarai in compagnia di un moderato che frenerà le tue reazioni, un buono che tramuterà in bene tutto il male che riceverai, un saggio che ti guiderà sulla retta via e ti farà prendere delle buone decisioni, ovvero sarai in compagnia di te stesso.
Omar Falworth
Vi auguro di essere eretici.
Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.
Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità.
E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia.
Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi.
Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno.
Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è.
Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa.
Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.
Chi non pensa che la povertà sia una fatalità.
Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza.
Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione.
Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio.
Don Luigi Ciotti
"Tuo nonno mi chiese di sposarlo con una caramella. Non avevamo niente, si inginocchiò e mi disse :'non ho nulla ora, solo una caramella, ma se vuoi possiamo costruire tutto insieme' "
"E tu?"
"Ho aperto la caramella, l'ho divisa in due e l'abbiamo mangiata. Da quel momento abbiamo diviso e condiviso tutto. Siamo caduti, ci siamo rialzati e abbiamo costruito.
Tutto insieme. Abbiamo vissuto momenti difficili, di stanchezza, ma ci siamo sempre stati l'uno per l'altro. Fino all'ultimo"
"Altri tempi nonna"
"Il tempo non cambia il modo di amare.
Quello che è cambiato è che non avete più esempi belli da seguire.
Mo avete paura di tutto. Non vi sposate per paura di non riuscire a costruire. Appena litigate vi lasciate perché poi pensate di trovarne uno migliore. Siete sempre alla ricerca della perfezione, come se poi esistesse.
Vi manca la percezione della realtà. Della felicità nelle piccole cose.
Fate ste grandi dimostrazioni, anelli da migliaia di euro, un video esagerato per le proposte di matrimonio e poi vi perdete il momento. Quella cosa intima che custodite in due, solo in due per tutta la vita.
È questo che vi manca. Il coraggio di vivere la vita e l' amore per quello che sono e non per come lo immaginate"
Una caramella e 50 anni insieme.
Maria Prisco
Il mio segno d'interpunzione preferito è il punto e virgola; mi piace così tanto che me lo vorrei tatuare all'interno del polso sinistro.
Non è terrestre come il punto. Fermo. Secco. Non è gassoso come una virgola, breve, ansante.
Ha qualcosa di marino, il punto e virgola; è un pensiero che si aggiunge a quanto hai appena scritto. È una via di mezzo tra la risoluzione e l'apertura, una strizzata d'occhio, una dolce separazione.
Se il punto è una porta, e la virgola una finestra, allora il punto e virgola è un balcone: è un punto di vista da cui puoi guardare fuori quanto ti pare e piace, perché sai che ti basta fare un mezzo giro su te stesso per rivedere dentro, per ritrovarti a casa; anzi, più che un punto di vista, è un punto e virgola di vista.
Christian Delorenzo
LE TOSSINE DELLA CASA SONO:
1. Oggetti che non utilizzi più
2. Vestiti che non ti piacciono o che non usi da molto tempo. Biancheria intima rotta.
3. Oggetti rotti
4. Vecchie lettere e annotazioni
5. Piante morte o malate
6. Vecchie ricevute e riviste
9. Scarpe sfinite dall'uso
7. Qualquasi tipo di cose inutili che richiamano il passato
8. Se hai figli, giochi che non usano, che non funzionano o rotti.
CON IL DISTACCO DA QUESTE COSE:
1. la salute migliora
2. la creatività cresce.
3. le relazioni migliorano.
4. hai più capacità di raziocinio.
5. migliora l'umore.
DOMANDE CHE AIUTANO IL DISTACCO:
- perchè sto conservando questo?
- ha a che fare con me oggi?
- cosa sentirò nel liberarmi di questo oggetto?
SEPARA E CLASSIFICA:
1. da donare
2. da buttare
3. da vendere
LA PULIZIA DA DENTRO SI RIFLETTERA' FUORI
1. Evita rumori estremi.
2. Meno luci forti.
3. Meno colori eccessivi.
4. Meno odori e profumi chimici.
5. Meno ricordi tristi.
6. Concludi i progetti inconclusi
7. Coltiva energia positiva nella tua casa.
Fai una pulizia generale e usa scatole per organizzare. Incomincia da cassetti e armadi e concludi ogni stanza, fai secondo il tuo ritmo...
a) Immondizia
b) da riordinare.
c) da riciclare.
d) in dubbio
e) regali.
f) donazioni.
g) vendere.
Mentre ORDINI, osserva ciò che cambia in te.
Nella misura in cui puliamo la nostra casa fisica, mettiamo in ordine anche nella nostra mente e nel nostro cuore.
Pratica il distacco con le cose materiali che servono solo a riempire il tuo spazio e vedrai come, poco a poco, potrai fare lo stesso con situazioni più trascendentali.
... Sai tu quanta femminilità manchi all’uomo per essere completo? E
sai quanta mascolinità manchi alla donna perché sia completa? Voi cercate il femminile nella donna e il maschile nell’uomo. E così esistono sempre e soltanto uomini e donne. Ma dove stanno gli esseri umani? Tu, uomo, non cercare il femminile nella donna, ma cercalo e riconoscilo in te, poiché tu lo possiedi sin dal principio."
Libro Rosso, Libro II, Il castello nel Bosco, Pag. 263
“Anticamente la nostra natura non era quella di oggi. I generi non erano tre o due, come ora, maschio e femmina, ma ce n’era uno che partecipava di entrambi… un androgino… la forma di questo essere era sferica, e aveva quattro mani e quattro gambe… Giove decise di tagliarlo a metà… da tempo perciò è connaturato agli esseri umani l’amore reciproco, per questo ognuno è sempre alla ricerca della propria metà, sia essa uomo o donna, indipendentemente dal proprio sesso, per ricostituire l’intero iniziale… Per questo diciamo che ognuno cerca la propria metà… La causa della nostra ricerca è che un tempo eravamo interi, e al desiderio e al perseguimento dell’intero noi diamo nome amore” (Platone)
Jung, rifacendosi al principio dello yin e dello yang della filosofia cinese, dove yin e yang sono due energie opposte e necessarie che si completano a vicenda, chiama Anima l’energia femminile presente nella psiche dell’uomo e Animus l’energia maschile presente nella psiche della donna. Anima significa: unione, protezione, affettività, cura, accoglienza, 'cuore'; Animus: riflessività, controllo, analisi, ponderazione, razionalità, calcolo, decisione, programmazione, distinzione.
Animus e Anima sono due archetipi polari presenti in ogni essere umano e ci danno forse meglio di altri (puer/senex ad esempio) una visione di quanto la psiche possa essere duale. Ogni archetipo, contiene un aspetto della vita e il suo opposto, lasciando intendere che entrambi hanno un loro valore; esattamente al contrario di Freud, che nelle sue ricerche sull’ambivalenza (ad es.: odio/amore) era focalizzato sulla conflittualità, tendendo cioè ad eliminare uno dei due poli. Nel pensiero junghiano, la psiche è duale (o doppia) venendo a significare che ogni atteggiamento o sentimento contiene il suo opposto; ecco quindi che la sottomissione convive con la prevaricazione, l’odio con l’amore, il conscio con l’inconscio… Ciò spiega quanto spesso sia difficile per uomini e donne comprendersi. Tutto dipende dalla non comprensione di sé. Il messaggio è che quanto più riusciremo ad armonizzare la nostra psiche tanto più riusciremo a realizzare una relazione soddisfacente con l’altro/a. Ma il percorso è travagliato.. maschile e femminile sono funzioni psichiche che si animano di forza propria, hanno una potente valenza affettiva, suscitano forti emozioni, scatenano passioni, vendette, pretese.
(Tratto dalla pagina Facebook- Il libro rosso di Jung- The page)
L’ARTE DI NON AMMALARSI
…Parla Dei Tuoi Sentimenti.
Se non vuoi ammalarti… …Parla Dei Tuoi Sentimenti. Emozioni e sentimenti che sono nascosti, repressi, finiscono in malattie come: gastrite, ulcera, dolori lombari, dolore alla colonna vertebrale. Col tempo la repressione dei sentimenti degenerano fino al cancro. Allora dobbiamo sincerarsi, confidarsi, condividere la nostra intimità, i nostri “Segreti”, i nostri errori!... Il dialogo, il parlare, la parola è un potente rimedio e una eccellente terapia!
...Prendi Decisioni Se non vuoi ammalarti…
La persona indecisa rimane in dubbio, in ansietà, in angoscia. L’indecisione accumula problemi, preoccupazioni, aggressioni. La storia umana è fatta di decisioni. Per decidere bisogna saper rinunciare, saper perdere vantaggi e valori per guadagnare altri. Le persone indecise sono vittime di indisposizioni nervose, gastriche e problemi della pelle.
…Cerca Soluzioni. Se non vuoi ammalarti…
Persone negative non ottengono soluzioni e aumentano i problemi. Preferiscono il lamento, la mormorazione, il pessimismo. È meglio accendere un fiammifero che lamentare il buio. Un’ape è piccola, ma produce la cosa più dolce che esiste. Siamo ciò che pensiamo. Il pensiero negativo, genera energia negativa che si trasforma in malattia.
…Non Vivere di Apparenze.
Se non vuoi ammalarti…Non Vivere di Apparenze. Chi nasconde la realtà, finge, fa pose, vuole sempre dimostrare che sta bene, vuole mostrarsi perfetto, bonaccione, ecc.. sta accumulando tonnellate di peso… Una statua di bronzo con piedi di fango. Niente di peggio per la salute, che vivere di apparenze e facciate. Sono persone con tanta vernice e poca radice. Il suo destino è la farmacia, l’ospedale, il dolore.
…Accettati. Se non vuoi ammalarti…
Il rifiuto di sè stesso, l’assenza di autostima, fa che diventiamo estranei a noi stessi. Essere sè stessi è il nucleo di una vita salutevole. Chi non si accetta a sè stesso, è invidioso, geloso, imitatore competitivo, distruttivo. Accettarsi, accettare di essere accettato, accettare le critiche, è sapienza, buon senso e terapia.
...Confida. Se non vuoi ammalarti…
Chi non confida, non si comunica, non si apre, non si collega, non crea relazioni stabili e profonde, non sa fare amicizie vere. Senza confidenza non c’è riferimento ne rapporto. La sfiducia è mancanza di FEDE in sè stessi, negli altri e in Dio.
...Non Vivere Sempre Triste.
Se non vuoi ammalarti… ...Non Vivere Sempre Triste. Il buon umore, le risate, il riposo, l’allegria, ricuperano la salute e portano lunga vita. La persona allegra ha il dono di rallegrare l’ambiente dove abita. “Il buon umore ci salva dalle mani del medico”. L’allegria è salute e terapia.
Dio ti benedica
Dr. Dráuzio Varella
"Mantenere le distanze
dai pensieri tossici
dal senso di colpa
e dalla vergogna.
Coprirsi gli occhi
davanti all’ipocrisia
e procedere.
Coprirsi la bocca
davanti alle provocazioni
e procedere.
Coprirsi le orecchie
davanti alle critiche sterili
e procedere.
Far entrare aria
e spalancare le vedute strette.
Scegliere cinque persone
migliori di te in fatti e parole
e offrirgli un posto
a tavola e nel tuo cuore.
Evitare in ogni modo il contatto
con i qualunquisti,
i perbenisti,
i pressapochisti,
con quelli in cerca di una scusa,
con gli adagiati
sul divano del lamento.
Farsi contagiare
solo dagli inquieti, dai poeti,
dagli acrobati del possibile,
dagli smaniosi,
da chi non vede l’ora.
Se non ne conosci nessuno,
cercali.
Di gente che vuole vivere
è pieno il mondo."
Manuela Toto
L'aiuto più grande che puoi dare ad una persona?
Responsabilizzarla.
Non essere la stampella
E non essere il nutrimento.
Non creare dipendenza.
Soprattutto non abbassare le tue vibrazioni per facilitare gli altri
Per farli stare comodi.
Piuttosto lasciali liberi, e libera te stesso, da qualsiasi legame energetico.
E da tutti i condizionamenti.
Lascia andare le persone che ti trattengono nella sofferenza:
Se dopo aver lasciato andare qualcuno o qualcosa, il tuo cuore ti fa un po’ male, è tutto okay. Significa solo che i tuoi sentimenti erano genuini. A nessuno piace concludere. Ed a nessuno piace il dolore. Ma a volte, dobbiamo portare le cose che una volta erano buone per noi, ad una fine, perché sono diventate tossiche per il nostro benessere. Non tutti i nuovi inizi sono destinati a durare per sempre. E non tutte le persone che camminano nella tua vita, sono destinate a rimanere.
Najwa Zebian
Non somigliare mai al tuo nemico
Non diventare nemmeno lontanamente simile a chi ti ha fatto del male
Estirpa in te ogni traccia di somiglianza .
Non fare l’ errore di volerlo battere sul suo campo provando ad essere ancora piu’ perfido, malvagio e cattivo .
Perderai .
Perderai la battaglia e te stesso .
Piuttosto elevati, sii virtuoso, ancora di piu’ .
Lascia ch’egli rimanga a contatto con la sua ombra: quando avra’ smesso di proiettarla su di te , ne verrà inghiottito .
Non farti agganciare , spostati, allontanati , vai dove osano solo le grandi anime .
Esplorare l’infinità vastità dove dimorano i maestri .
Lascia il male in mano a chi lo fa .
Non pretendere giustizia
Non chiedere vendetta .
Il samurai ha perso quando estrae la spada.
Respira come una furia oceanica
E dalla tua hara , sprigiona fulmini ardenti .
Solca i venti d’oriente coi tuoi sensi spalancati .
Rifuggi chi ti provoca , lascialo ripiegarsi su di se .
Le grandi anime che provengono dalle stelle , non sono di questa terra e da questa terra devono ripartire piu’ forti e più puliti , per tornare a casa .
ClaudiaCrispolti
LE SEPARAZIONI E I DIVORZI NON SONO FALLIMENTI
′′Un giorno ci sposiamo, formiamo una famiglia, siamo felici qualche anno... e all'improvviso tutto cambia, senza rendercene conto, l'amore finisce.
E poi la gente mormora, ti giudica e alla fine condanna:
′Hanno fallito nel loro matrimonio ".
E non è vero.
Fallire è giocare ad essere ′′ la famiglia felice ".
Fallire è ingannare il tuo partner, i tuoi figli e te stesso...
Fallire è rimanere per convenienza.
Fallire significa manipolare il tuo partner con i figli.
Fallire è vivere una vita grigia.
Fallire è non arrivare felice a casa tua ogni sera.
Fallire è elemosinare l'amore di chi non ti ama più.
Fallire è fingere di amare.
Fallire è rimanere per paura della solitudine.
Fallire è vivere con qualcuno per paura di ′′ cosa diranno ".
Fallire è non lottare per essere felici.
Fallire è credere che l'amore non esista...
Il mio rispetto per tutti coloro che hanno avuto il coraggio di non vivere nel fallimento.
E il più grande applauso a tutti coloro che sono ancora felici e innamorati dopo tanti anni
Combatti per il tuo matrimonio, ma quando non c'è più motivo di lottare... combatti per la tua felicità".
(Fonte: Vittoria Diamanti - Coach)
"Un belga, dalla Germania, ha scritto:
L'Italia è come quella tipa che ha più talento di tutte, è come quella che le altre se le mangia, perché è nata bella, più bella di tutte e le altre se le asfalta. L' Italia è come quella più ingegnosa, che ha le mani di una fata, che si inventa mille cose, perché è piena di risorse. Sa discutere di storia, di mare, di montagne, sa di cibo, di buon vino, di dialetti, di pittori, di scultori, di scrittori, di eccellenze nella scienza, non c'è niente che non sa. E quando questa tipa bella e talentuosa inciampa e cade, la platea delle sfigate esulta. È la rabbia delle poverine ingelosite, quelle al buio, perché lei è comunque bella anche quando cade a terra. Ma l'Italia è una tipa con stivale tacco 12, ovviamente made in Italy, che nessuna sa portare meglio di lei... solo il tempo di rialzarsi.”
(Dal Web durante la Pandemia Marzo 2020 )
I forti non sono amati.
Sono scomodi.
Sono poco manipolabili.
I forti sanno sentire se stessi,
conoscono i loro diritti
e non sono disposti a rinunciarci.
Sanno essere felici malgrado tutto.
Hanno delle radici potenti
che non si possono estirpare.
Non è facile distruggere i loro principi,
la loro dignità,
la loro fiducia in se stessi.
Sono in grado di sostenere qualsiasi verità,
i colpi del destino,
la tortura del tradimento
e le tempeste delle proprie emozioni.
Non hanno paura del dolore:
hanno già attraversato il loro inferno personale
e sanno trasformare le ferite in saggezza,
sanno godere la vita,
conservando nel cuore la bellezza e la tenerezza.
Non si aggirano sulla strade altrui,
non commerciano in felicità,
non elemosinano l'amore.
Ma se dovessero conoscere questo sentimento,
lo accetterebbero come un dono
e non tradirebbero mai coloro che amano.
Vivendo con onestà,
i forti si evolvono,
si approfondiscono.
Ciascuno di loro porta una croce personale
senza farla cadere sulle spalle degli altri.
Quando sbagliano si rialzano
traendone una lezione,
invece di accusare qualcuno.
I forti sanno andarsene, per sempre.
Non provate la loro resistenza:
vi pieghereste.
Anonimo.
Curiosità N°1: LA MATITA E IL SANGUE
Qualcuno di voi sarà forse sorpreso di sapere che la parola "matita" è strettamente legata alla parola "sangue"!
Nel 16° secolo un grosso deposito di grafite venne scoperto in Inghilterra cambiando per sempre il modo di tracciare linee su un foglio ma la parola sopravvisse alla tecnica.
Fino a quel momento, infatti, uno dei modi più comuni per disegnare prevedeva l'uso della "sanguigna", una matita che lasciava un segno rosso sul foglio. Esempi di questo tipo di disegni sono innumerevoli e molti di voi avranno ad esempio presente il celeberrimo autoritratto di Leonardo Da Vinci custodito ai Musei Reali di Torino. Il tratto è rossiccio, proprio perché per disegnare si usava la sanguigna. Ma cos'era la sanguigna? La sanguigna era una sostanza rossa usata per disegnare non molto diversa dalle terre usate per dipingere. Il suo uso è antichissimo e, con altro nome, veniva già impiegata dai romani per compilare le rubriche (parola che deriva a sua volta da rŭbĕr, cioè rosso).
La sanguigna era a base di ossido di ferro rosso, un composto che si trova comunemente in natura nelle terre rosse e in pietre brune che se strofinate o macinate finemente mutano in rosso. Agli antichi sembrava perciò che quella pietra sanguinasse e la chiamarono Hematitis, o più precisamente "Lapis Hematitis" (pietra del sangue) derivando il nome dal greco αἱματίτης λίθος (aimatites litos). In italiano la parola diventa la base per il nome del minerale "ematite" che è appunto l'ossido di ferro rosso (di aspetto grigio metallico se in forma compatta). Riconosciamo facilmente in questa parola il classico prefisso em- caratteristico del sangue (emoglobina, emofilia, ematoma, etc.).
Ma torniamo alla matita. Il nome per esteso della matita in antico era quindi "lapis hematitis". Ad un certo punto per esigenze di semplificazione si abbreviò in due modi possibili: "lapis" e "matita", che infatti sono sinonimi.
Quando a partire dal 16° secolo si capì che la grafite poteva essere molto più versatile della sanguigna, le "matite" cominciarono ad essere prodotte con essa e il risultato fu che il nome matita venne completamente slegato dal significato originario.
Ed eccoci qui tutti a pensare che il colore "naturale" della matita sia il grigio e invece è il rosso sangue.
Anche la dicitura "scrivere con il sangue" potrebbe essere molto meno macabra e misterica di quanto immaginiamo ed equivalere semplicemente al nostro "nero su bianco".
Il primo scopo del grembiule delle Nonna era di proteggere i vestiti sotto,
ma, inoltre:
Serviva da guanto per ritirare la padella bruciante dal forno;
Era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini ed, in certe occasioni, per pulire le faccine sporche;
Dal pollaio, il grembiule serviva a trasportare le uova e, talvolta, i pulcini!;
Quando i visitatori arrivavano , il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi;
Quando faceva freddo, la Nonna se ne imbacuccava le braccia;
Questo buon vecchio grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna;
Era lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina;
dall'orto , esso serviva da paniere per molti ortaggi dopo che i piselli erano stati raccolti era il turno dei cavoli;
A fine stagione, esso era utilizzato per raccogliere le mele cadute dell' albero;
Quando dei visitatori arrivavano in modo improvviso era sorprendente vedere la rapidità con cui questo vecchio grembiule poteva dar giù la polvere;
All'ora di servire i pasti la Nonna andava sulla scala ad agitare il suo grembiule
e gli uomini nei campi sapevano all' istante che dovevano andare a tavola;
La Nonna l'utilizzava anche per posare la torta di mele appena uscita dal forno sul davanzale a raffreddare;
ai nostri giorni sua nipote la mette là per scongelarla.
Occorrerà un bel po' d' anni anni prima che qualche invenzione o qualche oggetto possa rimpiazzare questo vecchio buon grembiule.
(Dal Web)
La kabala dice che solo quando l'anima tocca il fondo può darsi la spinta per raggiungere un livello più alto.
Ora le cadute della nostra vita sono prodotte dal nostro Io Superiore.
Non sono un prodotto dell'ego.
In realtà, l'ego è terrorizzato dall'idea di una caduta, perché è in questa fase che noi ritroviamo Dio.
Si diventa più spirituali, più gentili, più premurosi.
Una caduta può essere rappresentata da molte cose: una rottura amorosa, un incidente, un trauma di qualche tipo.
Ciò che dobbiamo sapere, non credere, ma sapere, è proprio nel momento della caduta, in quel momento noi stiamo generando l'energia necessaria per raggiungere un livello superiore.
Waine Dyer
Le 9 regole dell'equilibrio:
1) Il tuo equilibrio è direttamente proporzionale all’amore che provi per te stesso e sei in grado di trasmettere agli altri.
2) L’artefice della tua vita sei solo tu. Prendi le decisioni che ritieni opportune senza lasciarti condizionare dal giudizio o dalle aspettative degli altri.
3) Per quanto doloroso o frustrante, quello che hai subìto in passato non ha alcun potere sul tuo presente (a meno che non sia tu a volerlo)
.
4) Giudica le persone sui fatti e non sulle parole. E fidati del tuo istinto, che non mente mai.
5) Preoccuparsi è una perdita di tempo. Impiega piuttosto quell’energia in maniera (re)attiva per trovare una soluzione ai tuoi rovelli.
6) Fa’ in modo che la passione sia la forza propulsiva del tuo lavoro. L’obiettivo dovrebbe essere quello di mantenerti facendo ciò che ami di più e ti riesce meglio.
7) Il dubbio equivale a uno stop. Quando ti senti insicuro non muoverti, non rispondere, non prendere decisioni affrettate. La risposta arriverà al momento opportuno e nel silenzio.
I problemi e i brutti momenti hanno comunque una data di scadenza. Reagisci concentrandoti sul fatto che presto finiranno
.
9) Ogni giorno rappresenta una fantastica opportunità per ricominciare. Un eventuale fallimento sta a indicare semplicemente che era arrivato il momento di cambiare direzione
Oprah Winfrey
Per nascere abbiamo bisogno di:
2 Genitori
4 Nonni
8 bisnonni
16 trisavoli
32 bisarcavoli
64 quintisavi
128 Exanonni
256 Eptanonni
512 ottanni
1024 Ineanonni
2048 Denonni
Solo il totale delle ultime 11 generazioni ci sono voluti 4.094 ANTENATI, tutto questo in circa 300 anni prima che nascessimo io o voi!
Fermatevi un momento e pensate...
Da dove venite?
Quanti combattimenti avete già combattuto?
Quanta fame avete già sofferto?
Quante guerre avete vissuto?
A quante vicissitudini sono sopravvissuti i nostri antenati?
D’altra parte, quanto amore, forza, gioie e stimoli ci hanno fatto ereditare?
Quanto della loro forza di sopravvivere, ognuno di loro, ha avuto e lasciato dentro di noi perché oggi fossimo vivi...?
Esistiamo solo grazie a tutto quello che ognuno di loro ci ha passato.
Quindi è nostro dovere onorare i nostri antenati!
Bisogna avere GRATITUDINE E AMORE a tutti i nostri ANTENATI, perché senza di loro ognuno di noi non sarebbe felice di conoscere questo piano terrestre e godersi la vita!!!
Grazie a tutti per aver vissuto la vita fino a noi e chissà anche ai nostri figli.
Testo dell'autore sconosciuto
La tua stanchezza ha dignità! Non cercare di renderla patologica o cacciarla via, perché contiene grande sapere, e anche Guarigione. Hai compiuto un lungo viaggio dalle stelle a qui. Inchinati davanti alla tua stanchezza ora, non combatterla più. Non c’è vergogna nell’ammettere che non puoi andare oltre, ora. Anche i più coraggiosi hanno bisogno di riposo. Un grande viaggio ancora ti aspetta. E ti serviranno tutte le tue risorse. Vieni e siedi al Fuoco della Presenza. Lascia che il corpo si riposi dal vento, cadi nel silenzio ora. Dimentica il domani, lascia andare il viaggio che verrà, e affonda nel calore di questa serata. Anche la più grande avventura è nutrita dal riposo nel suo profondo. La tua stanchezza è nobile, e contiene potere di Guarigione … se soltanto tu potessi fermarti e ascoltarla…
Jeff Foster
“Sai cos'è il micelio?
Il micelio o micorriza, è un fungo che si espande sotto terra creando una rete di connessione tra tutte le specie vegetali, qualcosa come la rete internet, che permette loro non solo di comunicare, ma anche di prendersi cura di se stessi, proteggersi, nutrirsi, fare scorta d'acqua.
Quando un albero della foresta viene abbattuto, questo micelio comunica al resto degli alberi della foresta che uno di loro sta morendo e tutti gli altri alberi attraverso il micelio iniziano a prendersi cura del tronco che rimane per cercare di salvare quella vita. Lo nutrono, gli danno acqua, lo proteggono. Perché quel tronco morente fa parte della famiglia della foresta viva.
Tutto ha una lingua. È il linguaggio universale.
Impariamo a riconnetterci con quel linguaggio che non è verbale, per capire che siamo tutti parte della stessa cosa.
Non siamo né superiori né inferiori. Siamo proprio come i bambini che hanno ancora molto da imparare dai nostri fratelli maggiori, dagli alberi e dalla foresta, e soprattutto da Nostra Madre Terra”.
Io: E tutti i pezzi della mia vita che cadono a terra?
Dio: Lasciali lì per un po'. Cadono per un motivo. Lasciali stare lì per un po' e poi decidi se devi recuperare uno di quei pezzi.
Io: Non capisci? Mi sto sciogliendo!
Dio: No, non capisci. Stai trascendendo, evolvendo. Quello che senti sono i dolori della crescita. Ti stai liberando delle cose e delle persone della tua vita che ti stanno trattenendo. I pezzi non stanno cadendo. I pezzi stanno mettendo in atto. Rilassati. Fai un respiro profondo e lascia cadere quelle cose che non ti servono più. Smetti di aggrapparti a pezzi che non sono più per te. Lasciali cadere. Lasciali andare.
Io: Una volta che inizierò a farlo, cosa mi resterà?
Dio: Solo i tuoi pezzi migliori.
Io: Ho paura di cambiare.
Dio: Continuo a dirti: NON STAI CAMBIANDO! STAI DIVENTANDO!
Io: Diventare, chi?
Dio: Diventare chi ti ho creato per essere! Una persona di luce, amore, carità, speranza, coraggio, gioia, misericordia, grazia e compassione. Ti ho creato per molto più di quei pezzi poco profondi con cui hai deciso di adornarti e ai quali ti aggrappi con tanta avidità e paura. Lascia che quelle cose ti cadano di dosso. Ti amo! Non cambiare! Diventa! Non cambiare! Diventa! Diventa chi voglio che tu sia, chi ho creato. Continuerò a dirtelo finché non te lo ricorderai.
Io: Ecco ...un altro pezzo...
Dio: Sì. Lascia che sia così.
Io: Quindi ... Non sono rotto?
Dio: No, ma stai rompendo l'oscurità, come l'alba. È un nuovo giorno.
Diventa!!
Diventa quello che sei veramente!! "
Anonimo
"Maestro, come faccio a sbloccare la mia vita?"
"Trovando il nodo. Che ti lega ad esso e non ti permette di andare dove senti di essere chiamato."
"Un nodo, maestro? Non riesco a vederlo questo ostacolo."
"Perché ti ostini a guardare fuori. Invece quel nodo si trova tra le pieghe della tua anima. Hai mai rovistato in quel buio?"
"Lo faccio spesso. Ma non riesco a trovarci molto."
"Perché usi la mente quando invece dovresti entrare in quel luogo sacro solo con il tuo intuito."
"Insegnami come si fa ad entrarci!"
"Inizia togliendoti le scarpe che ti proteggono dal freddo e dalla ruvidità del terreno ma che non ti fanno sentire nulla: entra senza protezioni dentro di te. Poi lascia libere le tue mani, non controllarle più! Inizieranno a roteare, a muoversi in modo fluido, a ballare: sono le antenne della nostra interiorità e noi le teniamo sempre al guinzaglio. Per finire rilassa completamente i muscoli del tuo collo: è il ponte tra i mondi, l'imbuto di trasformazioni, la sede del canto del tuo cuore. Abbandonati. E' l'unico modo per entrare in noi stessi. E vederci i nodi."
"Poi come farò a scioglierli?"
"Il tuo compito è osservare, contemplare, celebrare. Ogni garbuglio di te. I nostri nodi vogliono attenzione. Per scioglierli basta poco: anche solo un soffio fatto con tanto amore. Come quando un bambino piange: lo fa non per chiedere all'adulto di bloccare il suo pianto. Vuole solo essere amato."
ELENA BERNABÈ
SII DELICATO CON LA PAURA
Sii gentile con la paura.
È un figlia dell'ignoto.
Ha viaggiato anni luce per trovarti.
Non aver paura di sentirla completamente.
Non ti farà del male.
Lascia che si avvicini,
lascia che ti penetri se deve.
Senti la sua vitalità,
il suo cuore pulsante,
le sue vibrazioni
e i sui fremiti nel corpo.
Fino a quando non c'è più divisione
tra il "sé" e la "paura".
Fino a quando non puoi più
chiamarla "paura".
Finché non ci sarà solo vita,
cruda e immediata,
senza nome e benevola.
La paura è un'apertura verso l'ignoto,
uno sconvolgimento di certezze.
È la creazione di un nuovo percorso nella vastità della notte.
È l'emozione di essere svegli.
La paura ti ricorda che vivi sull'orlo del mistero.
Che bevi dalla fonte delle possibilità.
Che il tuo essere è vasto.
Che solo il falso può morire.
Non respingere la tua paura
e non etichettarla come "negativa"
o "non spirituale".
Non fingere che non ci sia.
Non affrettarti a cancellarla,
a trasformarla o addirittura a curarla.
Non è una nemica e non è un errore.
Possiede una grande intelligenza
e potere curativo.
È antica e saggia.
Inchinati davanti ad essa.
Lascia che la paura sia paura,
completamente se stessa.
Ma non aver paura.
Lascia che il corpo tremi,
che il cuore sussulti.
E sappi di essere presente.
E apriti, e apriti.
Lascia che la paura,
così incompresa,
si riposi nel tuo vasto cuore.
Lascia che cammini con te.
Quando ti senti indesiderato,
tienila vicino.
In piedi sulla soglia,
muovi i primi passi nel vuoto.
Stai tremando
ma sei così dannatamente vivo.
Jeff Foster
"Maestro, come faccio a migliorarmi?"
"Giovane, la tua domanda è mal posta. Se hai il desiderio di migliorare vuol dire che ti stai paragonando a qualcuno. E questo non è saggio. Ciò che sei non è paragonabile. A nessuno. Non sei migliore né peggiore degli altri. Non andare per il mondo a lodarti o a screditarti. Perderesti tempo prezioso: quello utile per conoscerti davvero."
"Quindi, maestro, sono qui per conoscermi?"
"Si, solo per questo. Il resto è solo distrazione. E' facile puntare il dito all'esterno: ma è all'interno che siamo chiamati a tuffarci. In quel mare nero, turbolente e mosso che è il mare di noi stessi."
"E come si fa maestro a compiere questo tuffo?"
"C'è un'unica via possibile: lo sguardo interiore. Benda i tuoi occhi esteriori e fatti guidare dal buio lucente che vedi. Fai scendere dal palcoscenico della vita tutti gli attori intorno a te e abbandona la tua parte di sempre: non dipendere più dal mondo esterno, abita solo il tuo regno interiore. E' fatto di sogni, di emozioni, di immagini e di simboli che se visti possono condurti al più grande appuntamento. Quello con te stesso."
Elena Bernabè
Da ricordare
1. Evita di fare commenti sarcastici.
2. Se litighi, colpisci per primo e colpisci forte.
3. Non dare mai una stretta di mano da seduto.
4. L’invidia di un amico è peggio dell'odio di un nemico.
5. Ascolta quello che la gente ha da dire,
Non interrompere; lasciali parlare.
6. Mantieni i segreti.
7. Non coltivare la paura per nessuno.
8. Sii coraggioso/a. Anche se non lo sei, almeno fingi di esserlo. Nessuno deve notare la differenza.
9. Fate attenzione alle persone che non hanno nulla da perdere.
10. Scegli con cura il tuo compagno di vita. Da questa decisione, verrà l’80 % di tutta la tua felicità o miseria.
11. Se la casa del suo vicino va a fuoco, anche la tua è in pericolo.
12. Non elogiare mai te stesso/a; se ci sono complimenti, provengono da altri.
13. Sii un buon perdente.
14. Non desiderare di raccogliere i frutti di ciò che non hai mai piantato.
15. Quando sei afflitto: respira profondamente e allontanati.
16. Dare alle persone una seconda possibilità, ma mai una terza.
17. Fai attenzione a “bruciare” i ponti. Non si sa mai quante volte dovrai attraversare lo stesso fiume.
18. Ricorda che il 70% del successo in qualsiasi area si basa sulla capacità di come tratti le persone.
19. Difendi i minori.Proteggi gli indifesi. Gli animali. Gli anziani.
20. Prendi il controllo della tua vita. Non permettere a qualcun altro di prendere decisioni per te.
21. Visitate amici e parenti quando si trovano in ospedale; avete bisogno di rimanere solo per pochi minuti.
22. La ricchezza più grande è la salute.
23. Pensaci due volte prima di travolgere un amico con un segreto.
24. Tenete un quaderno e una matita sul comodino. Idee per un valore di milioni di dollari sorgono all'alba.
25. Mostra rispetto per tutti quelli che lavorano per guadagnarsi da vivere. Non importa quanto sia semplice la professione.
26. Vestiti correttamente per gli standard dell'epoca.
27. Elogiate il cibo quando siete ospiti a casa di qualcuno.
28. Non permettere al telefono di interrompere momenti importanti.
A meno che non sia della tua famiglia.
29. Saluta sempre una donna impegnata con una leggera stretta di mano.
30. Non rimanere dove non sei ben accolto.
31. A tutti piace vederti crescere professionalmente, fino a quando non inizi a superarli.
32. Ascolta gli anziani.
(Dal Web)
C’era una mamma, una madre madrona,
la mano a saetta, la voce che tuona.
Più che un bambino voleva un soldato
Ma poi crebbe un hippie tutto arruffato.
C’era una mamma, un po’ mamma e un po’ chioccia,
di libertà ne lasciava una goccia,
le nacque una bimba paracadutista
adesso è una stuntman professionista.
C’era una mamma vegana e pittrice,
viveva di tofu col figlio, felice.
“quanti bei posti dipingerai?”
Ma invece il suo Adolfo guidò il Terzo Reich.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
C’era una mamma, femminista di razza,
mutande bruciate e tette giù in piazza,
ma ebbe una figlia, un clone di barbie
che va da Intimissimi e spende i miliardi.
C’era una mamma ingessata e ingegnera
sinapsi a quadretti, compita ed austera,
ma il figlio non legge ogni giorno i listini
compila gli oroscopi, descrive destini.
C’era una mamma Bocca di Rosa,
si dice puttana, io dico sciantosa,
il figlio giurò per la castità,
un frate trappista, in povertà.
C’era una mamma, una santa, una suora,
conosce l’amore, ma il piacere lo ignora,
crebbe un bambino, un chierichetto,
fa il pornoattore, un artista del letto.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
Filastrocca della mamma imperfetta.
La mamma perfetta un figlio lo accetta.
Enrica Tesio
SUPERARE IL LIMITE PER SANARSI
> Cosa ti ha detto lo sciamano?
>> Che sono fregata...che già ho superato il limite
> E questo che significa?
>> Significa che è già tempo di guarire...dice che sono saturata dalla realtà. Che ho ecceduto nel credere a tutto. Non so bene a cosa si riferisca
> E ora che farai?
>> Insomma..mi ha dato una ricetta che interrompe il dimenticare, che ferma il non apprendere
> Quindi hai una malattia?
>> Credo di sì. Mi ha controllata e ha detto che ho...Infiammazione della ragione, il presente annoiato e che sono carente di passione. Che mi manca di sognare, che la felicità mi ha abbandonata (quando ho smesso di avere fiducia si è ammalata la volontà). Ho prurito nella coscienza, il cuore ferito, eccesso di passato, diarrea della ragione, bassa autostima, elevato rancore
Ho la nausea della vita, dolore al futuro, relazioni tossiche, insufficienza di amore...
> Per questo lo sciamano, a ragione, ti diceva che sei fregata
E qual è la ricetta per i tuoi mali?
>> Aspetta, ti leggo ciò che sono riuscita a scrivere...parlava molto veloce...
Di dormire sopra la lavanda
Bere l'aroma dei fiori
Mangiare miele dalle mie mani
Cucinarmi
Di incorniciare la mia foto e di accendergli una candela
Di scrivere una poesia e di cantarla sotto la doccia
Di ballare senza scarpe
Ridere senza motivo
Girare fino a nausearmi
Giocare con il mio cane
Stare sotto la pioggia e sporcarmi di fango, aprire le braccia per farmi accarezzare dal vento, vedere l'alba e quando ne ho l'occasione, dormire sotto le stelle
Di riposare in spiaggia, salire una montagna, nuotare nuda, viaggiare lontano
Di perdere il controllo
Di rinunciare
Di scrivere l'ultima lettera
Di accettare la vita
> Ti ha detto altro?
>> Sì, che devi andare da lui perchè sei più fottuto di me
Jaguar Negro
Abbi una Fede immensa
in chi Sei e in ciò che Senti.
Fidati di quella Voce
che sgorga spontanea dentro di te
e ti suggerisce cosa fare,
prima ancora che la mente la zittisca
instillando dubbi, incertezze e preoccupazioni.
Abbi Fede in quella parte
che sa già cos'è bene per te,
che è costantemente presente
per guidarti nelle tue scelte...
Abbi Fede soprattutto
quando il percorso si fa meno chiaro,
quando proprio non hai idea
di cosa accadrà
quando vorresti delle risposte,
delle conferme, delle certezze,
ma ti viene detto di stare QUI
con ciò che c'è e di realizzare
ciò che ORA può accadere.
Il resto si manifesterà
quando sarà il momento.
Tu abbi Fede perché ciò che dovrai fare
ti verrà detto quando dovrai saperlo
e ciò che devi fare ora già lo sai.
Non andare "lontano" con la mente
per cercare di decifrare il "futuro",
per scoprire cosa accadrà "dopo"...
Quel tratto di strada che ora
ti appare nebbioso e offuscato,
diventerà più chiaro
quando con la tua Luce ti avvicinerai
a quel frammento di realtà...
E più la mente cercherà di distrarti
e allontanarti dal presente,
tormentandoti di domande e di "perché",
più tu resta centrato e focalizzati
su ciò che c'è ora e su ciò che puoi fare
con quello che già si è manifestato.
Non temere...
Non essere impaziente se ancora non vedi il disegno completo...
Non c'è fretta...
Sei amato e protetto in ogni tuo passo...
(Dal Web)
Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.
- Gibran Khalil Gibran
"La leggenda vuole che un giorno la verità e la bugia si siano incrociate.
-Buongiorno. Disse la bugia
-Buongiorno. Rispose la verità.
-Bella giornata. Disse la bugia .
Quindi la verità si sporse per vedere se era vero. Lo era.
-Bella giornata. Disse allora la verità.
-Il lago è ancora più bello. Rispose la bugia.
La verità guardò verso il lago e vide che la menzogna diceva il vero e annuì.
La bugia disse:
-L'acqua è ancora più bella. Nuotiamo.
La verità sfiorò l'acqua con le dita ed era davvero bella e si fidò della bugia.
Entrambe si spogliarono e nuotarono tranquille.
Qualche tempo dopo la bugia uscì, si vestì con gli abiti della verità e se ne andò.
La verità, incapace di vestire i panni della menzogna, cominciò a cercarla senza vestiti e tutti erano inorriditi nel vederla così. Ha cercato la bugia in tutto il mondo.E il mondo, guardando la verità nuda,si girava togliendole lo sguardo con disprezzo e rabbia. La povera verità ritorno’ al pozzo,nascondendo la sua vergogna è svanendo per sempre
Da allora, una bugia viaggia in tutto il mondo, vestita come verità, soddisfacendo le esigenze della società, perché in ogni caso il mondo non ha alcun desiderio di conoscere la nuda verità.
Questo è il modo in cui ancora oggi le persone preferiscono accettare la menzogna camuffata come verità e non la nuda verità.
Jean-Leon Gerome , 1896.
Abbi cura di te…
Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.
Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.
Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere.
Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento.
Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.
Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta.
Susanna Tamaro
Va' dove ti porta il cuore
Un giorno ti sveglierai
e vedrai una bella
giornata di Sole e
quello che prima
sembrava impossibile
diventera' semplice!
F Dostoevskij
Tenete in braccio i vostri bambini fino a che non sentite più le braccia.
Fateli dormire nel lettone fino a che non avranno più paura del buio.
Baciateli a quintali di baci.
.
Dite loro quanto sono belli e bravi a ogni piccola sfida vinta.
Cresceranno forti e sazi d'amore. Così da non avere necessità di mendicarlo da nessuno poiché non gli è mai mancato.
Questi non sono vizi. Conosceranno il loro valore, perché l'abbraccio instancabile delle vostre braccia gli ha insegnato l'amore…
- Paola Felice
“Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.”
Mario de Andrade
“Essere spirituali non significa essere buoni, significa essere veri.
Per me non può esistere nessuna spiritualità se non abbraccia tutta la sfera delle emozioni umane. Siamo spirituali quando siamo radicati in noi stessi, connessi con il nostro ventre profondo e con tutte le nostre emozioni.
Spirituale non è colui che abbandona il sentire terreno, la carnalità, ma è colui che fa del sentire un’esperienza incarnata.
È il corpo stesso che diventa preghiera e radice.
La bontà a ogni costo, la positività a ogni costo non ci rendono migliori se non sono un moto naturale del nostro cuore.
Ci hanno spesso inculcato il senso di colpa se sentiamo rabbia, se non siamo buoni abbastanza, se proviamo invidia, se ci concediamo tutte quelle emozioni che vengono considerate 'negative'.
Siamo spirituali anche quando siamo arrabbiati o abbiamo paura, smettiamola di pensare il contrario.
Bisogna, invece, imparare a stare nelle emozioni, perché ogni emozione ha bisogno di essere vista, accolta e integrata, senza doversi sentire sbagliati o colpevoli.
Non posso fingere di non provare ra
ncore se sono arrabbiato, ma posso accogliere dentro di me quella rabbia senza negarla e poi trasformarla in cambiamento.
Tutti i sé rinnegati diventano infelicità, tutto ciò che per troppo tempo oscuriamo rischiamo di farlo diventare paura, panico, depressione.
Questa è la spiritualità delle emozioni, accogliere ombra e luce per essere interi”.
Claudia Calò
Circondati - ti dico - di sognatori,
di ostinati appassionati,
di contagiosi viaggiatori,
di amanti, poeti, esploratori.
Circondati di sani portatori di follie,
di inguaribili curiosi, di poesie,
di lunatici seguaci di eresie.
Circondati - ti prego - di incoscienti,
di menti coraggiose e combattenti,
di chi soffierà amore ai quattro venti,
di chi potrà capire e immaginare
quel che senti.
(Inumi Laconico)
Mi piace pensare che ognuno di noi ha, nelle stanze dell’anima, due cassetti speciali: il cassetto dei sogni e quello dei rimpianti.
Nella giovinezza apriamo spesso il cassetto dei sogni: ci piace sfogliarli, assaporarli, proiettarli mille volte nella mente.
Con il passare degli anni, il gesto di aprire quel cassetto diventa meno familiare, come se una ruggine sottile bloccasse i nostri gesti.
I sogni mai guardati impallidiscono, diventano trasparenti fino a essere invisibili.
Il cassetto dei sogni si svuota piano piano.
E pian piano, spesso senza che noi ce ne rendiamo conto, si riempie il cassetto dei rimpianti.
Capita poi che un giorno, per un colpo di vento, un incontro, un sorriso, il cassetto dei sogni si riapra d’improvviso, riportando con violenza dolorosa l’eco dei sogni non vissuti, delle carezze non date, delle parole perdute. […]
In questi momenti di verità con se stessi, è importante fermarsi per darsi il tempo di guardare quel cassetto dei sogni e quel cassetto dei rimpianti. […]
E’ importante riconoscere che c’è fame di emozioni, di tornare a sognare un po’, di riaprire quei margini di sorpresa che forse erano scomparsi dalla nostra vita troppo quieta.
Passerà?
Tutto passa.
Ma il punto è come si vive quello che poi passa.
- Monica Orma -
La sensibilità è la mia condanna, ma poi diventa improvvisamente la mia
forza migliore.
E non la cambierei per un pezzo di fredda superficialità sottocosto...non saprei che farmene.
-Angelo De Pascalis
"Sorvegliate la vostra condotta giornaliera,
le vostre parole, i vostri pensieri,
in modo da renderli innocui.
Coltivate pensieri su voi stessi e sugli altri,
che siano positivi e costruttivi, quindi non
solo inoffensivi ed innocui, ma anche benefici
nei loro effetti. Studiate le vostre influenze emotive
sugli altri in modo che, né il vostro
umore, né la vostra depressione, né le vostre
condizioni emotive, possano nuocere a
coloro con cui avete a che fare.
L'innocuità rende cauti nel giudizio,
reticenti nel parlare, capaci di
frenare le azioni impulsive
e sopprimere la tendenza alla critica"
( Angelo Gentili)
Ci potrà accadere di passare il resto della vita dicendo che amiamo una certa persona o una certa cosa, mentre in realtà staremo solo soffrendo perché, invece di accettare la sua forza, tentiamo di smorzarla per farla rientrare nel modo in cui immaginiamo di vivere.
Per questo, è importante lasciare che certe cose se ne vadano.
Si liberino. Si distacchino.
Gli uomini hanno bisogno di comprendere che nessuno sta giocando con carte truccate: a volte, si vince e a volte, si perde.
Non aspettarti che ti restituiscano qualcosa; non aspettarti che riconoscano i tuoi sforzi, che scoprano il tuo genio, che capiscano il tuo amore. Bisogna chiudere i cicli. Non per orgoglio, per incapacità o per superbia: semplicemente perché quella determinata cosa esula ormai dalla tua vita. Chiudi la porta, cambia musica, pulisci la casa, rimuovi la polvere. Smetti di essere chi eri e trasformati in chi sei.
Paulo Coelho
'Non dare ragione a quel pensiero che punge, stai dalla parte dell'aria che agita il sole sul grano.
La vita è una ruota che gira, a volte si sta in cima a volte a terra. A volte è tempo di semina, altre di raccolto. Ogni gioia sta tra due dolori e ogni dolore tra due gioie. E allora impara il gioco, prendi il ritmo: stai un metro più in là delle tue trame. Resta all'altezza della luce che c'è oggi nel cielo.'
Gilia Calligaro
Anni fa, uno studente chiese all'antropologa statunitense Margaret Mead (1901-1978) quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di utensili quali ami da pesca, pentole di terracotta o macine di pietra...
Ma non fu così. Margaret Mead disse che il primo segno di civiltà, in una cultura antica, era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere o cercare cibo. Diventi “carne” per bestie predatrici, che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive con una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca. Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso del tempo per stare con colui che si è fratturato, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Margaret Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo nella civiltà quando serviamo gli altri. Essere civili è questo...
(Ira Byock)
La bellissima lettera di Albert Einstein alla figlia Lieserl
Da diverso tempo circola nel web una lettera che lo scienziato Albert Einstein avrebbe scritto alla figlia Lieserl. Non sappiamo se sia un falso o meno.
“Quando proposi la teoria della relatività, pochissimi mi capirono, e anche quello che rivelerò a te ora,
perché tu lo trasmetta all’umanità,
si scontrerà con l’incomprensione e i pregiudizi del mondo.
Comunque ti chiedo che tu lo custodisca per
tutto il tempo necessario, anni, decenni,
fino a quando la società sarà progredita abbastanza
per accettare quel che ti spiego qui di seguito.
Vi è una forza estremamente potente per la quale
la Scienza finora non ha trovato una spiegazione formale.
È una forza che comprende e gestisce tutte le altre,
ed è anche dietro qualsiasi fenomeno
che opera nell’universo e che non è stato ancora individuato da noi.
Questa forza universale è l’Amore.
Quando gli scienziati erano alla ricerca di una teoria unificata dell’universo, dimenticarono la più invisibile
e potente delle forze.
L’amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve.
L’amore è Gravità, perché fa in modo
che alcune persone si sentano attratte da altre.
L’amore è Potenza, perché moltiplica
il meglio che è in noi, e permette che l’umanità
non si estingua nel suo cieco egoismo.
L’amore svela e rivela. Per amore si vive e si muore.
Questa forza spiega il tutto e
dà un senso maiuscolo alla vita.
Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo,
forse perché l’amore ci fa paura,
visto che è l’unica energia dell’universo che l’uomo
non ha imparato a manovrare a suo piacimento.
Per dare visibilità all’amore, ho fatto una semplice
sostituzione nella mia più celebre equazione.
Se invece di E = mc2 accettiamo che l’energia per guarire il mondo
può essere ottenuta attraverso
l’amore moltiplicato per la velocità della luce al quadrato,
giungeremo alla conclusione che l’amore è
la forza più potente che esista, perché non ha limiti.
Dopo il fallimento dell’umanità nell’uso e il controllo
delle altre forze dell’universo,
che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento
di nutrirci di un altro tipo di energia.
Se vogliamo che la nostra specie sopravviva,
se vogliamo trovare un significato alla vita,
se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita,
l’amore è l’unica e l’ultima risposta.
Forse non siamo ancora pronti per fabbricare una bomba d’amore,
un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l’odio,
l’egoismo e l’avidità che affliggono il pianeta.
Tuttavia, ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d’amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata.
Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, Lieserl cara,
vedremo come l’amore vince tutto,
trascende tutto e può tutto, perché l’amore è la quintessenza della vita.
Sono profondamente dispiaciuto di non averti potuto esprimere
ciò che contiene il mio cuore,
che per tutta la mia vita ha battuto silenziosamente per te.
Forse è troppo tardi per chiedere scusa, ma siccome il tempo è relativo,
ho bisogno di dirti che ti amo e che grazie a te sono arrivato all’ultima risposta.
Tuo padre Albert Einstein
Le tre forze fondamentali dell’anima: VOLERE, SENTIRE, PENSARE
Queste sono semplici connessioni fra pensiero, sentimento e volontà. Quando si considera la vita dell’uomo nel suo assieme, ci si accorge che tutto poggia in essa su tali connessioni.
Nel corso dell’evoluzione superiore dell’uomo i fili che uniscono quelle tre forze fondamentali vengono interrotti.
Da prima questa interruzione si verifica soltanto nell’organismo animico più sottile; ma durante l’ulteriore ascesa questo distacco si estende anche al corpo fisico.
(Effettivamente con la evoluzione spirituale superiore il cervello dell’uomo, per esempio, si scinde in tre parti separate. La scissione è di genere tale che la vista sensibile ordinaria non può percepirla, né gli strumenti materiali più perfezionati valgono a dimostrarla; tuttavia essa si verifica, e il chiaroveggente ha mezzi per osservarla. Il cervello del chiaroveggente superiore si scinde in tre entità indipendentemente attive: il cervello pensante, il cervello senziente e il cervello volitivo).
Gli organi del pensare, sentire e volere si trovano allora
completamente liberi l’uno dall’altro.
Questa è appunto la trasformazione che il discepolo dell’occultismo osserva in sé: che, cioè, fra una rappresentazione e un sentimento, o fra un sentimento e una decisione volitiva, ecc., non si stabilisce più alcun rapporto se non sia egli stesso a volerlo.
Nessun impulso lo spinge da un pensiero all’azione, se egli stesso volontariamente non lo determina.
Egli può ormai rimanere completamente indifferente di fronte a un fatto che, prima della disciplina occulta, gli avrebbe ispirato amore ardente o odio violento; può rimanere inerte di fronte a un pensiero che prima lo avrebbe spinto, come spontaneamente, a una azione.
E per decisione della propria volontà egli può compiere azioni alle quali un uomo, che non sia passato per la disciplina occulta, non si sentirebbe affatto disposto.
Il grande progresso che il discepolo dell’occultismo consegue, è quello di acquistare completa padronanza sulla collaborazione delle tre forze animiche; ma appunto per ciò questa collaborazione ricade completamente sotto la sua responsabilità.
Solamente con tale trasformazione del suo essere, l’uomo può entrare in rapporto cosciente con certe forze ed entità soprasensibili.
La forza, per esempio, che risiede nella volontà, può esercitare un’azione su determinate cose ed entità del mondo superiore, e può anche percepirle; ma può far ciò soltanto quando nell’ambito dell’anima si sia liberata dalla sua unione col sentire e col pensare.
Non appena questa unione si è sciolta, l’azione della volontà si svolge all’esterno; parimenti succede per le forze del pensare e del sentire.
Se un uomo emana un sentimento di odio, questo sentimento è visibile al chiaroveggente sotto la forma di una tenue nube luminosa di un determinato colore, e il chiaroveggente può difendersi da questo sentimento di odio, così come un uomo fisico può parare un colpo fisico diretto a colpirlo.
L’odio, nel mondo soprasensibile, diventa un fenomeno visibile.
Ma il chiaroveggente lo può percepire soltanto, in quanto sia capace di dirigere verso l’esterno la forza che risiede nel proprio sentimento, così come l’uomo dei sensi dirige all’esterno la facoltà ricettiva del proprio occhio.
Ciò che diciamo dell’odio vale pure per altri fatti ben più
importanti del mondo sensibile.
L’uomo può entrare in comunicazione cosciente con essi se rende libere le forze fondamentali della sua anima.
- Rudolf Steiner, La Soglia del Mondo Spirituale
Lockdown 2020
Lavatevi le mani
ma andate scalzi
e baciate la terra ferita.
Starnutite pure nel gomito
ma leccate le lacrime di chi piange.
Non viaggiate a vanvera
ora è tempo di stare fermi
nel mondo
per muoversi in noi stessi
dentro gli spazi sottili
del sacro e l’umano.
Indossate pure le mascherine
ma fatene la cattedrale del vostro respiro,
del respiro del cosmo.
Ascoltate pure il telegiornale
che finalmente parla di noi
e del più grande miracolo
mai capitato:
*siamo vivi*
e non ci rallegra morire.
Per ogni nuovo contagio
accarezza un cane,
pianta un fiore,
raccogli una cicca da terra,
chiama un amico che ti manca,
narra una fiaba a un bambino.
Ora che tutti contano i morti
tu conta i vivi,
e vivi per contare,
concedi solo l’ultimo istante
alla morte,
ma fino ad allora
vivi all’infinito,
consacrati all’eterno.
Andrea Melis
Lockdown 2020
Il silenzio, all’improvviso, si è diffuso come per magia nelle strade, nelle piazze e nei vicoli delle città. Gli aerei hanno smesso di volare e le navi erano ferme immobili nei porti.
Sembrava un incantesimo.
Come nella fiaba di Rosaspina, la bella addormentata. Ti ricordi quando ti raccontavo questa fiaba quando eri piccola? Quando la principessa cade in un sonno profondo e tutto il regno si assopisce insieme a lei?
Ecco, è stato lo stesso incantesimo.
Ed è proprio durante quell’incantesimo che ho iniziato a scrivere davvero, ad ascoltarmi e ad avere un bisogno immediato di fissare sul foglio le mie emozioni. Giravo per casa con un piccolo quaderno e mi ritrovavo a scrivere pensieri mentre cucinavo tra un sugo di pomodoro e una cottura di legumi, mentre stendevo i panni o mentre mi godevo il tiepido sole primaverile.
Ed è proprio durante quell’incantesimo che il nonno ha ripreso in mano, dopo molto tempo, la sua chitarra e non l’ha più abbandonata. Ed ha iniziato a far nascere meravigliose sculture di argilla.
La gente ha iniziato a creare.
E anche a leggere, a pregare, a meditare.
Non si poteva uscire, non si andava più al lavoro ed il tempo che avevamo a disposizione era tanto. Così tanto che non eravamo abituati a gestirlo.
Qualcuno si sentiva in prigione.
Altri si sentivano finalmente liberi. Da una vita troppo frenetica, troppo caotica, troppo distratta.
Mi sembrava di rivivere un po’ alcuni aspetti della vita dei miei nonni. Quando le automobili erano ancora poche in circolazione, quando non ci si spostava così spesso dai paesi di abitazione e quando si acquistava solo l’essenziale.
Siamo stati costretti a trascorrere più tempo con i figli, con i mariti, con le mogli. E questa costrizione ci ha fatti conoscere e scoprire di più.
E così con tutto quel tempo a disposizione la maggior parte di noi si è dedicata alla cura della casa, alla sua pulizia, alla sua riorganizzazione.
Abbiamo riscoperto il tempo della cura. Della casa, delle relazioni, di noi stessi.
All’inizio questa costrizione di rimanere in casa è stata scioccante per tutti, così abituati ad andare ovunque. Poi sono emerse tante emozioni come la paura, la tristezza, la rassegnazione.
Abbiamo visto e letto storie e immagini di morte, di malattia e di disperazione.
Le nostre giornate erano sobrie per poter essere vicini a queste storie. Ma nello stesso tempo erano dense di vita per poterla celebrare.
E dopo un primo periodo di smarrimento abbiamo scelto di intrecciarci con fiducia nella maglia della vita e della morte, di farci condurre in questo filato misterioso dove ormai non si potevano più percepire i confini dell’una e dell’altra.
Abbiamo dedicato tanto tempo ai bambini, alla cucina, alla casa, alle letture, alle riflessioni, al gioco, all’orto, al silenzio. Anche al non fare assolutamente nulla sentendoci ugualmente ricchi di valore. Perchè, bambina mia, prima di quel momento eravamo caduti nel tranello che più si fa e più si ha valore. In quel tempo vuoto abbiamo percepito il nostro valore anche solo rimanendo fermi su di una panchina a respirare quell’aria nuova.
Non ho mai più sorseggiato un caffè di gusto come allora, non ho mai più sperimentato quella lentezza, quella pace assoluta, quella fusione con la natura come in quei giorni.
Poi l’incantesimo si è rotto.
Perchè i tempi erano maturi per poterci svegliare, per poter dissolvere l’incantesimo.
Proprio come Rosaspina che è riuscita a destarsi solo dopo molto tempo di sospensione e si è svegliata solo quando tutto era pronto ad accogliere il cambiamento, solo quando lei era pronta davvero ad incontrare la sua parte maschile, il principe. Solo quando era possibile lo sposalizio degli opposti.
Ci si sveglia quando si è pronti a rompere un equilibrio vecchio per creare un’armonia nuova.
Tutto da allora mutò.
In noi stessi.
Ne siamo usciti con una maglia nuova che ci avvolge ogni singolo giorno. E noi ce la teniamo stretta questa maglia, la ricordiamo, la riviviamo, fa parte di noi.
Chissà, forse il tuo essere divenuta infermiera è dovuto anche a questo incantesimo vissuto dai tuoi nonni.
Tanto tempo fa.
Ma ancora profondamente vivo dentro ad ognuno di noi.
Elena Bernabè
Charlie Chaplin, Discorso all'umanità
“Mi dispiace. Ma io non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre; dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica. Ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca a far le cose più abiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti.
La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne, bambini disperati. Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono, io dico: non disperate, l’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima!
Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù! Ma la libertà!
Ricordate, promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse son liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza!
Combattiamo per un mondo ragionevole; un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!“
LE CELLULE IMMAGINATIVE
La trasformazione può essere a volte drammatica. Non c’è miglior esempio in natura che la metamorfosi. Basta guardare la trasformazione di un bruco in una farfalla – un’incredibile trasformazione nella funzionalità, nell’aspetto, nell’organizzazione dei componenti e nello scopo – mentre trasforma un verme dall’aspetto sgradevole, vorace, instabile e strisciante in una creatura delicata, aggraziata e volante.
I biologi ci dicono che all’interno delle cellule del tessuto dei bruchi ci sono cellule chiamate cellule immaginative. Essi risuonano su una frequenza diversa. Sono anche talmente diverse dalle altre cellule dei bruchi che il sistema immunitario del verme pensa che siano nemiche e cerca di distruggerle. Ma le nuove cellule immaginative continuano ad apparire, e lo sono sempre di più. Improvvisamente, il sistema immunitario del bruco non riesce a distruggerle abbastanza velocemente e diventano più forti collegandosi tra loro fino a formare una massa critica che riconosce la loro missione di realizzare l’incredibile nascita di una farfalla.
Nel 1969 Margaret Mead disse: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini premurosi e dedicati possa cambiare il mondo. È certamente l’unica cosa che ci è riuscita“. Credo fermamente, insieme a molti altri, che ci sia un’effervescenza evolutiva all’interno del tessuto della società attuale. Nonostante il clamore della paura prevalente, dell’avidità, del consumo traboccante e della violenza espressa attraverso i tessuti della società, c’è un’unione di cellule immaginative che stanno rivelando un mondo diverso, una trasformazione, una metamorfosi. ”
Il poeta uruguaiano Mario Benedetti ha scritto: “Cosa succederebbe se un giorno, al nostro risveglio, ci rendessimo conto di essere in maggioranza? Dico che le cellule immaginative dominerebbero e farebbero emergere la farfalla da un mondo simile a un verme.”
Questo è il momento di svegliarsi. Gruppi di cellule immaginative si stanno raggruppando ovunque; cominciano a riconoscersi l’un l’altro; stanno sviluppando gli strumenti organizzativi per aumentare il livello di coscienza, in modo che si manifesti il prossimo stadio della nostra società umana, per realizzare una nuova società che sia paragonabile a quella attuale come una farfalla a un bruco. Una nuova dimensione della vita, una società più compassionevole e giusta, un’umanità con radici di felicità e comprensione reciproca. Siate cellule fantasiose; connettetevi con gli altri, riunitevi, riunitevi, riunitevi, e insieme costruiamo un’Alleanza per una Nuova Umanità.”
Deepak Chopra
Una Nuova Umanità.
"Gli alchimisti avevano un'immagine molto appropriata
per esprimere la trasformazione della sofferenza e del sintomo in un valore dell'anima. Uno degli obiettivi del processo alchemico
era la creazione della perla perfetta.
La perla all'inizio è un granello di sabbia, un sintomo o un disturbo nevrotico, un fastidioso corpo estraneo penetrato nella nostra segreta carne interiore nonostante tutti i gusci difensivi.
Il granello viene ricoperto strato su strato, elaborato incessantemente, finché un bel giorno è una perla.
Ma non basta:
bisogna pescare la perla dal profondo e liberarla dalle valve sigillate.
Dopo, quando il granello di terra è redento, lo si porta addosso.
E va indossato sulla pelle calda perché mantenga il suo splendore: il complesso redento, che un tempo provocava sofferenza, è esposto alla vista di tutti come una virtù."
- James Hillman -
Bellissima riflessione ........
“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...
In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.
In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?
In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?
In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.
Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."
(Raffaele Morelli 11/03/2020 mentre in Italia stiamo vivendo il fenomeno Coronavirus)
"...L'immagine originaria di una buona opera d'arte non è una figura reale, viva, quantunque questa possa esserne l'occasione determinante. L'immagine originaria non è carne e sangue, è spirituale. E un'immagine che ha la sua dimora nell'anima dell'artista.
Anche in me Narciso, vivono di queste immagini, che spero di rappresentare e di mostrarti un giorno.
-Magnifico! Ora, mio caro, senza saperlo ti sei addentrato nella filosofia e hai espresso uno dei suoi misteri.
-Ti prendi gioco di me?
-Oh no! Tu hai parlato d'immagini originarie, d'immagini dunque che non esistono in nessun luogo fuorché nello spirito creatore, ma che possono essere attuate e rese visibili nella materia.
Molto prima che una figura artistica diventi visibile e acquisti realtà, essa esiste come immagine nell''anima dell'artista!
Questa immagine originaria è esattamente ciò che gli antichi filosofi chiamano "idea".
- Sì, questo mi sembra convincente.
- Ebbene, riconoscendo l'esistenza delle idee e delle immagini originarie tu entri nel mondo spirituale, nel nostro mondo di filosofi e di teologi, e ammetti che fra la confusione e i dolori di quel campo di battaglia che è la vita, in questa danza macabra senza fine e senza senso dell'esistenza corporea, esiste lo spirito creatore.
Vedi, a questo spirito in te mi sono sempre rivolto, da quando, ragazzo, ti avvicinasti a me.
Questo spirito in te non è quello di un pensatore, è quello di un artista.
Ma è spirito, ed esso ti mostrerà la via per uscire dal torbido garbuglio della vita dei sensi, dalla eterna alternativa fra piacere e disperazione.
Ah, mio caro, sono felice di aver udito da te questa confessione. L'ho aspettata...da allora, da quando tu abbandonasti il tuo maestro Narciso e trovasti il coraggio di essere te stesso....(Narciso e Boccadoro - Hermann Hesse)
Congiungere le mani è uno dei gesti della preghiera, ed è un gesto colmo di significato. La mano destra e la mano sinistra che si uniscono rappresentano l'unione dell'intelletto e del cuore, del pensiero e del sentimento. Grazie alla sua luce, l'intelletto trova la migliore richiesta da rivolgere al Cielo, e il cuore, con il suo calore, sostiene quella richiesta.
In quanti dei loro quadri i pittori hanno rappresentato persone in preghiera, anche bambini e angeli con le mani giunte! Questo non significa che per pregare si debbano necessariamente congiungere le mani fisicamente, no, perché non è il lato fisico che conta, ma il lato interiore. Occorre unire l'intelletto e il cuore, e più in alto ancora lo spirito e l'anima, poiché è la loro unione che fa la forza della preghiera.
-Omraam Mikhaël Aïvanhov-
"La convalescenza è una purificazione e un rinascimento. Non mai il senso della vita è soave come dopo l'angoscia del male; e non mai l'anima umana più inclina alla bontà e alla fede come dopo aver guardato negli abissi della morte. Comprende l'uomo, nel guarire, che il pensiero, il desiderio, la volontà, la conscienza della vita non sono la vita. Qualche cosa è in lui più vigile del pensiero, più continua del desiderio, più potente della volontà, più profonda anche della conscienza; ed è la sostanza, la natura dell'essere suo. Comprende egli che la sua vita reale è quella, dirò così, non vissuta da lui; è il complesso delle sensazioni involontarie, spontanee, incoscienti, istintive; è l'attività armoniosa e misteriosa della vegetazione animale; è l'impercettibile sviluppo di tutte le metamorfosi e di tutte le rinnovellazioni. Quella vita appunto in lui compie i miracoli della convalescenza: richiude le piaghe, ripara le perdite, riallaccia le trame infrante, rammenda i tessuti lacerati, ristaura i congegni degli organi, rinfonde nelle vene la ricchezza del sangue, riannoda su gli occhi la benda dell'amore, rintreccia d'intorno al capo la corona de' sogni, riaccende nel cuore la fiamma della speranza, riapre le ali alle chimere della fantasia."
G. D'Annunzio, Il piacere
Chimica o alchimia?
" hanno chiesto al maestro qual era la differenza tra la chimica e l'alchimia nelle relazioni di coppia e rispondo a queste belle e sagge parole:
- le persone che cercano "chimica" sono scienziati dell'amore, cioè sono abituati all'azione e alla reazione.
Le persone che trovano l'"Alchimia" sono artisti dell'amore, creano costantemente nuovi modi di amare.
I chimici amano per necessità.
Gli alchimisti per scelta.
La chimica muore con il tempo,
L' alchimia nasce attraverso il tempo...
La chimica ama la confezione.
L' alchimia gode del contenuto.
La chimica accade.
L' alchimia si costruisce.
Tutti cercano chimica, solo alcuni trovano l'alchimia.
La chimica attrae e distrae maschilisti e femministe.
L' alchimia integra il principio maschile e femminile, per questo si trasforma in una relazione di individui liberi e con ali proprie, e non in un'attrazione che è soggetta ai capricci dell'ego.
In conclusione, disse il maestro guardando i suoi alunni:
L' alchimia raccoglie ciò che la chimica separa.
L' alchimia è il matrimonio reale, la chimica il divorzio che vediamo tutti i giorni nella maggior parte delle coppie.
" iniziamo a costruire relazioni consapevoli, perché la chimica ci farà sempre invecchiare il corpo,
Mentre l'alchimia ci accarezzerà sempre dall'interno "( Dal web)
Durante l'iniziazione la forza divina creatrice penetrerà nella tua colonna vertebrale, in ognuno dei tuoi sette centri nervosi principali, uno dopo l'altro. Farai dunque l'esperienza di questa energia ad ogni gradino, trasformata nella forza corrispondente a quel livello; la proverai, la vivrai come uno stato di coscienza....
Non appena diventi cosciente in un'ottava di vibrazioni, sei in armonia con questa frequenza; ciò significa che, per te, questa sfera rappresenta la "realtà perfetta". Quando superi la prova su un certo livello, allora ti risvegli nel livello seguente, e realizzi che avevi semplicemente sognato sul livello precedente. Invece se non riesci a superare la prova (ossia ti identifichi con gli eventi senza poterli controllare) queste visioni oniriche resteranno reali per te, e dovrai viverle davvero da capo a fondo, nel modo del tempo e dello spazio. Ciò significa che il tuo corpo muore nella bara e devi continuare a sognare le tue visioni oniriche per innumerevoli incarnazioni, seguendo l'interminabile cammino dei mortali per elevarti poco a poco dal basso livello al quale sarai caduta e lottare per giungere alla sfera suprema.
La differenza fra il sogno e la realtà è solo questa: ciò che accetti come realtà su uno dei livelli di coscienza diventa immediatamente un sogno appena ti risvegli su un livello superiore, riconoscendo che non si trattava di realtà ma di una proiezione del Sé, e quindi di un sogno. Ogni sogno resta realtà fintantoché tu lo credi reale; la sola ed unica realtà, la sola realtà obiettiva è il Sé: Dio!
Elisabeth Haich, Iniziazione: Memorie di un'Egizia
Sapevate che l’odore della pioggia sulla terra asciutta ha un nome e soprattutto che il profumo cambia in base al luogo? Petricore è la parola che descrive tutto ciò e sintetizza quelle sensazioni che proviamo mentre camminiamo dopo una giornata di pioggia.
Quante volte avete respirato a pieni polmoni dopo ore intense in cui la pioggia è venuta giù? Tutto ciò ha da sempre affascinato gli scienziati che hanno coniato la parola petricore, italiano di petrichor, apparso per la prima volta nel 1964 sulla rivista Nature grazie ai geologi australiani Isabel Joy Bear e RG Thomas e coniata dal greco pétra (pietra) e (ichór) essudato ma anche sangue degli dei.
Nel loro articolo, gli autori lo descrivevano come “l’odore che deriva da un olio emanato da certe piante durante i periodi di siccità”. Questo olio viene assorbito dalla superficie delle rocce, principalmente da quelle sedimentarie come le argillose, e quando viene a contatto con la pioggia viene rilasciato nell’aria insieme ad un altro composto, la geosmina. Il mix produce appunto l’odore della pioggia che ci piace tanto.
Gli scienziati hanno fatto oltre 600 esperimenti per riprodurre questo odore e sono arrivati alla conclusione che il petricore cambia a seconda del terreno in cui cade. La pioggia, infatti, si mescola ai composti del terreno e forma delle bolle d’aria che scoppiando rilasciano nell’atmosfera delle particelle aromatiche. (Dal web)
"....Perché Roma, Alessandria e Bisanzio sono state bruciate dai loro conquistatori?
Cosa animava barbari, arabi, turchi? Cosa li rendeva simili pur essendo diversi?".
Bianco.......
Cerco di trasformarmi in uno di quei saccheggiatori e mi chiedo cosa voglio ottenere dando fuoco ai libri che contengono.
Mi aggiro per le strade polverose di Roma, di Alessandria e di Bisanzio, che poi ho scoperto essere diventata Costantinopoli e poi Istanbul, e in mezzo agli strepiti e alle urla della gente do fuoco a migliaia di libri.
Mi sbarazzo di tutti quei sogni di carta e li trasformo in cenere.
Li trasformo in fumo bianco.
Ecco la risposta.
Incenerire i sogni.
Bruciare i sogni è il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare.
Non sognino le cose belle delle loro città, delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, così pieni di libertà e amore.
Non sognino più nulla.
Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave. E io saccheggiatore di città, adesso ho bisogno solo di schiavi, per regnare tranquillo e indisturbato. E così, non rimanga parola su parola.
Ma solo bianca cenere dei sogni antichi.
Questa è la distruzione più crudele: rubare i sogni alla gente.
Lager pieni di uomini bruciati con i loro sogni. Nazisti ladri di sogni.
Quando non ha sogni li rubi agli altri, perché non li abbiano neanche loro.
L'invidia ti brucia il cuore e quel fuoco divora tutto..."(Bianca come il latte, rosso come il sangue - Alessandro D'Avenia)
SOFFERENZA E LAVORO SU DI SE'
«Non desiderare che il dolore sparisca o venga trasformato. Non importa che si tratti di vero e proprio dolore oppure di “mal di vivere”, ossia un disagio costante che permea in maniera uniforme la tua esistenza, in ogni caso stai col dolore, senza alcuna speranza che possa trasformarsi. Cessa di volere che quell’esperienza svanisca.
Il desiderio della guarigione ti proietta in un futuro che è unicamente un’illusione mentale, mentre l’esperienza del disagio è sempre solo adesso. Il futuro dove risiederebbe la tua guarigione è qualcosa di astratto, mentre la sofferenza è concreta. Stai qui con me. Non sfuggirmi. D’altronde, non sapresti dove andare... dal momento che esiste solo questo momento, dove ci siamo tu ed io, uno di fronte all’altra.
Trasmutazione significa ACCETTAZIONE totale del disagio, non desiderio di annullamento di tale disagio. La trasmutazione implica lo sviluppo d’una nuova capacità nell’essere umano, una capacità a cui la tua specie non è ancora giunta: il SENTIRE PROFONDO. Gli esseri umani non sono ancora capaci di sentire davvero, scappano dal sentire; in effetti occorre tempo per sviluppare una capacità talmente elevata, ma tu non puoi disporre di tutto questo tempo, per cui non puoi scappare dal dolore come fanno tutti gli altri. Ci servi (in tutti i sensi possibili di questa espressione).
Quando una situazione è drammatica, quando è impossibile da risolvere, quando dobbiamo subirla e quindi ci costringe a una morte interiore... quello è il momento migliore. Quello è il portale per il Regno dei Cieli. QUANDO SEI SENZA VIA D’USCITA, SEI SALVO.
La vita senza sofferenza sarebbe ancora più dolorosa.
Al momento [stiamo parlando negli anni ’90, ndr] non esiste alcuna scuola che insegni che il disagio interiore è una forza propulsiva eccezionale; se viene a mancare sei morto.
Raccogli intorno a te coloro che sono pronti per sostenere il peso del mondo sulle loro spalle, i Portatori del Fuoco... e insieme traghettatevi attraverso questo passaggio fra le ere.»
- Salvatore Brizzi (Victoria Ignis) -
Si chiama calma e mi costò molte tempeste.
Si chiama calma e quando scompare… esco di nuovo a cercarla.
Si chiama calma e mi insegna a respirare, pensare e ripensare.
Si chiama calma e quando la follia la tenta si scatenano venti terribili difficili da dominare.
Si chiama calma e arriva con gli anni quando l’ambizione giovanile, la lingua sciolta e la pancia fredda cedono il posto a più silenzi e più saggezza.
Si chiama calma quando s’impara bene ad amare, quando l’egoismo cede il posto al dare e l’anticonformismo svanisce per aprire il cuore e l’anima, arrendendosi interamente, a chi vuole ricevere e dare.
Si chiama calma quando l’amicizia è così sincera che tutte le maschere cadono e tutto può essere raccontato.
Si chiama calma e il mondo la evita, la ignora, inventandosi guerre che nessuno vincerà mai.
Si chiama calma quando si gode il silenzio, quando i rumori non sono solo musica e follia, ma il vento, gli uccelli, la buona compagnia o il rumore del mare.
Si chiama calma e non si paga con niente, non c’è moneta di alcun colore che possa coprire il suo valore quando diventa realtà.
Si chiama calma e mi è costata tante tempeste e le attraverserei mille volte ancora pur di tornare a incontrarla.
Si chiama calma, la godo, la rispetto e non la voglio lasciar andare…
Sua Santità Dalai Lama📿
CHE COLORE HA IL VENTO ?
“Maestro
ma come faccio a credere nell’anima
quando non la vedo,
non la sento,
non la tocco.”
Il maestro rispose con una domanda.
“Che colore ha il vento ?”
“Ma il vento non ha colore.”
“Eppure quando soffia con forza
sulle dune del deserto
diventa del colore dell’oro
e quando crea le bufere in montagna
diventa bianco come la neve.
Hai mai provato a prendere
il vento con le mani ?”
“Ma maestro è impossibile,
il vento non ha corpo.”
“Eppure lo senti
quando ti accarezza il viso
o quando ti scompiglia i capelli.
Che profumo ha il vento ?”
“Ma il vento non ha odore.”
“Eppure lo senti
quando arriva dal mare
con il suo forte odore di salsedine
o quando passa da un roseto
e te ne porta il delicato profumo.
E che voce ha il vento ?
Lo senti quando fischia
tra i rami della foresta
o quando ulula sotto gli scogli
durante una tempesta.
E quanta energia ha il vento ?
Fa girare le pale dei mulini,
spinge le navi,
trasporta i semi delle piante,
li bagna con la pioggia delle nubi
e poi di colpo fa apparire il sole
che riscalda le piccole piantine
appena nate…
Pensa figliolo
l’anima è come il vento
non la puoi vedere,
non la puoi toccare
ma se non ci fosse
non ci sarebbe la vita.”
Arri Wind
...è attraverso la depressione che entriamo nelle profondità, e nelle profondità troviamo l'anima.
La depressione è essenziale al senso tragico della vita. Essa inumidisce l'anima arida e asciuga quella troppo umida. Dà rifugio, confini, centro, gravità, peso e umile impotenza. Essa tiene vivo il ricordo della morte. La vera rivoluzione comincia nell'individuo che sa essere fedele alla propria depressione. Che non si dibatte per uscirne, preso in un alternarsi
di speranza e disperazione, né la sopporta pazientemente finché la marea non retrocede, né la teologizza, ma che scopre invece la coscienza e le profondità di cui essa ha bisogno. Così ha inizio la rivoluzione per il bene dell'anima.
James Hillman, Fuochi blu.
"...Pareva che tutta l'esistenza fosse basata sulla duplicità, sul contrasto: donna o uomo, vagabondo o borghese, uomo d'intelletto o di sentimento; aspirare ed espirare insieme, essere uomo e donna, conciliare libertà ed ordine, istinto e spirito, non era possibile; bisognava sempre pagare l'una con la perdita dell'altra e sempre l'una era altrettanto importante e desiderabile quanto l'altra!
Le donne forse avevano in questo la via più facile.
In loro la natura aveva fatto in modo che il piacere portasse da sé il suo frutto e che dalla felicità dell'amore nascesse il figlio.
Nell'uomo in luogo di questa semplice fecondità c'era l'eterna aspirazione.
Il Dio che aveva creato tutto questo era dunque cattivo od ostile, rideva forse con gioia maligna della sua propria creazione?
No, non poteva essere cattivo, se aveva creato i caprioli e i cervi, i pesci e gli uccelli, il bosco, i fiori, le stagioni.
Ma c'era una scissione nella sua creazione, sia che questa fosse mal riuscita e imperfetta, sia che Dio lasciando nell'esistenza umana tale lacuna e tale aspirazione insoddisfatta avesse intenzioni sue particolari, sia che ciò fosse il seme del nemico, il peccato originale.
Ma perché quest'aspirazione insoddisfatta doveva esser peccato?
Non nasceva da essa tutto ciò che di bello e di santo l'uomo aveva creato e reso a Dio come un'offerta di gratitudine?..."